NO PLACE 2. La Woodstock dell'arte.

NO PLACE 2. La Woodstock dell'arte.

Impressioni di una artista|Simona Muzzeddu

Arrivo al Castello di Fombio alle 10:30, la prima cosa che faccio è firmare la registrazione sul registro dell’evento. Ed è proprio li che ci attende Umberto Cavenago l’ideatore di No Place, battezzato da Roberto Addis il “SINDACO” per una gaff che ha fatto, perché dovete sapere che lui era convinto che Umberto fosse il sindaco di Fombio. Ridendo ho pensato: “beh in fondo potrebbe essere il sindaco degli artisti” alla fine è partito tutto da lui nel suo studio l’anno scorso con l’aiuto e lo sviluppo di Ermanno Cristini, l’ex professore del Liceo Artistico di Varese, la mia scuola di formazione. In questa nuova occasione, molti tra gli autori che hanno partecipato e curato la prima edizione continuano la "coltivazione" proponendo e attivando nuove connessioni, tra questi: Fabrizio Basso, Cesare Biratoni, Stefano Boccalini, Carlo Dell'Acqua, Barbara De Ponti, Vittorio Gelmi, Sergio Limonta, Concetta Modica, Microcollection, Giancarlo Norese, Olinsky, Luca Scarabelli. Dicamo che questa edizione è stata creata con l’idea del rizoma ed è organizzato in quattro livelli: l'autore che crea l'origine ha facoltà di invitare un massimo di quattro autori. Questi costituiscono un secondo livello del rizoma e possono a loro volta invitare fino a tre autori (terzo livello). Gli autori del terzo livello del rizoma potranno infine coinvolgere fino a due autori ciascuno (quarto livello), chiudendo così la linea generativa. L'attivazione del rizoma segue una rigida regola che consentirà di rendere trasparente e leggibile la dinamica delle presenze all'evento. Ogni autore che origina presenze si assume la responsabilità del livello successivo e non influenza in alcun modo le scelte degli autori da lui invitati.

 

Inizio a vedere gli spazi e scelgo l’angolo giusto per il lavoro. Il posto è davvero bello e suggestivo. NO PLACE è una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo, un incontro e scambio fra tanti artisti. Ed è proprio su questo perno che si è svolta la giornata di sabato, 12 Marzo 2016, la “CONDIVISIONE” la parola chiave dell’intero evento. Condividere gli spazi, le idee, i progetti, emozioni e perché no anche cibo e bevande. Nessun curatore, nessun Gallerista e nessun critico d’Arte ma, solo Artisti pronti ad “invadere” il Castello, e così è stato. Una vera invasione di opere d’arte luminose, opere che vivono di luce propria. (Installazioni luminose, interventi visibili su smartphone, tablet, computer, lightbox, ecc.) Nell’arco di tutta la giornata continuavano ad arrivare artisti da ogni parte d’Italia. Le opere continuavano a spuntare fuori dal nulla, ogni tot ore si faceva il “giro di ronda” per vedere gli spazi come cambiavano, le stanze si coloravano di ogni tipo di luce. Verso la sera c’era tanta di quella gente da non capirci più niente ma, l’eccitazione e l’emozione era così forte nell’aria che rimanevi in estasi, avvolti completamente da questa onda di energia. La mia sensazione era come se stessi vivendo una “WOODSTOCK dell’ARTE”. Girava voce che c’erano più di trecento persone ma secondo me c’è n’erano anche di più. Io personalmente ho conosciuto molta gente, nuovi artisti con cui ho passato una bella giornata e in ottima compagnia. Alle dieci di sera decidiamo di smontare, salutiamo le nuove conoscenze e ritorniamo verso casa. L’inizio di questo evento è partito quando il primo autore è entrato nello spazio per installare la propria opera ed è terminato solo quando l'ultimo arista avrà abbandonato l'edificio: fino a quel momento, gli esiti saranno imprevedibili. Noi volevamo sfidare il tempo e fare la chiusura ma, non ci siamo riusciti e non sappiamo ad oggi chi sia stato l’ultimo a smontare l’opera e spegnere definitivamente ogni luce. Se qualcuno di voi ha avvistato l’ultimo artista fatecelo sapere.


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